Gli ormai inevitabili ritmi della vita di tutti i giorni, sovente ci inducono a dover ricorrere a terze persone per gestire la nostra giornata, siano esse collaboratori sul lavoro, o collaboratori domestici, custodi, vicini di casa, artigiani ecc. cui, per i più disparati motivi, siamo costretti ad affidare le chiavi di porte che danno accesso a luoghi che spesso vorremmo o dovremmo custodire gelosamente.
Quest’inevitabile situazione c’espone al rischio di una duplicazione incontrollata delle nostre chiavi, perpetrata sia dai collaboratori stessi, sia e soprattutto da persone in malafede che ruotando attorno ai nostri collaboratori agiscono a loro insaputa.
Per tutelarsi da questi rischi, bisogna ricorrere a cilindri con chiave a duplicazione protetta. Tali chiavi, che anche se all’apparenza presentano spesso un aspetto tradizionale, constano d’accorgimenti brevettati in grado di renderle di complicata riproduzione, inibendone così la duplicazione se questa non è effettuata in esclusivi centri specializzati e sotto presentazione di un‘ apposita card. La card garantirà che il richiedente è autorizzato alla duplicazione e dovrà essere gelosamente custodita dal proprietario della chiave. Vedi fig. 8
![cifig08.JPG](files/cifig08.jpg.jpg)
La cifratura di una chiave è assimilabile al numero della combinazione di una cassaforte, od al codice segreto di un bancomat, ma mentre i numeri dei combinatori delle casseforti e dei bancomat possiamo celarli memorizzandoli,i codici delle chiavi, corrispondendo all’altezza dei denti del profilo della chiave stessa, risultano leggibile da chiunque sia abile a farlo; questo fatto rende possibile la duplicazione della chiave, da parte di abili maleintenzionati, anche senza venirne in possesso ma semplicemente osservandola.
Anche in questo caso, un cilindro a chiave protetta non consentirà la duplicazione della chiave poiché , senza la card , non saranno neppure disponibili gli sbozzi (chiavi grezze da codificare) cui far corrispondere i codici furtivamente letti.